mercoledì 7 giugno 2017

LA DOPPIA VALUTA A CUBA


All'Avana e in tutto il paese circolano ancora due valute: il C.U.C., unità convertibile cubana e la M.N., moneda nacional, cioè i pesos cubani. Si dice che presto la prima verrà tolta della circolazione. In vita resterà solo la seconda.
Prima del crollo del blocco sovietico esistevano solo i pesos cubani e i dollari. L’accesso a quest’ultimi era assolutamente proibito alla popolazione. La situazione era molto simile a quella dei paesi dell’ex Urss

Dopo il crollo del Muro, per un paio di anni si continuano a proibire i dollari, poi, nel pieno della crisi, si apre al turismo e se ne autorizza l’impiego per non affondare.
Per quasi 10 anni sono circolate addirittura tre monete: pesos cubani o M.N., pesos cubani convertibili, oggi C.U.C. e i dollari. I pesos cubani convertibili si stampavano per ovviare alla mancanza di dollari. All’inizio del ventunesimo secolo, per ragioni ideologiche, si sono aboliti i dollari. Sono rimasti i C.U.C. (ancorati al dollaro) e la M.N. (moneda nacional), detta anche C.U.P.


La valuta raddoppiata purtroppo non raddoppia l’economia ma ingenera solo confusione. Anche nel turista. Oltre a renderlo vulnerabile alle peggiori truffe, crea un disordine mentale che può sconfinare nella schizofrenia. Malattia già sperimentata in abbondanza dai cubani e semplicemente acuita dalla frustrante doppiezza valutaria.
Al cambio deciso dallo Stato centrale, e quindi soggetto ad arbitrarie variazioni, un C.U.C. vale 24 pesos di moneda nacional o C.U.P.

Un paio di anni fa, due amici inglesi mi hanno fatto visita per una quindicina di giorni. Sono andato in aeroporto a prenderli, gli ho raccomandato di non cambiare soldi per strada, ma non avuto tempo di spiegargli i misteri della doppia valuta. 
Il risultato è stato che il giorno dopo, già svegli all’alba per colpa della differenza di fuso orario, appena in strada hanno cambiato 800 euro per 1000 C.U.P., che equivalgono a circa 40 euro. Bastava sapere che oltre ai C.U.C. esistono anche i pesos C.U.P. e che un peso vale circa 4 centesimi di euro.
 
Grazie al tasso alcolico che solo due inglesi in vacanza ai Caraibi riescono a raggiungere, i truffatori hanno avuto buon gioco. I miei amici, ubriachi giorno e notte, la mattina seguente sono riusciti a perdere altri 300 euro e un telefonino prima di decidere di prendere una pausa e bere lemonsoda per un paio di giorni.


Per districarsi in questa giungla si può semplificare dicendo che quasi tutto quello che viene importato si paga con C.U.C., mentre la produzione locale si regge sui C.U.P. 
O ancora si può dire che gli alimenti locali si pagano con C.U.P., mentre quelli importati con C.U.C. Che le scarpe da tennis Nike si pagano con C.U.C. mentre i sandali dell'artigianato locale con C.U.P. I salari sono, come ovvio, in C.U.P. e bastano per i bisogni di pochi giorni, mentre ciò che si ruba allo Stato si rivende per C.U.C. o si cambia da C.U.P. in C.U.C. Ma quasi nessuno per strada ti cambia C.U.P. per C.U.C. perché non conviene. 

Il C.U.C. ti da accesso a tutte le merci mentre il C.U.P. solo a una parte. Solo ultimamente sempre più negozi accettano entrambi.
Quindi, se i Bureau di cambio valuta statali sono chiusi e tu hai C.U.P. e vuoi C.U.C., tutto diventa un bel problema. Anche se hai l’equivalente di un milione di C.U.C. in C.U.P. non puoi comprare un paio di scarpe d'importazione perché solo pochi negozi in C.U.C. accettano C.U.P. Sei quindi ricchissimo ma al contempo non puoi spendere i tuo soldi.
E allora devi aspettare che apra la banca, e forse, nel frattempo, quel paio di scarpe lo hanno già venduto.
La divisione dei centri di acquisto merci in “areas en C.U.P.” e “areas en C.U.C.” costituisce l’apoteosi dell’artificio linguistico. Se sei al mercato rionale dove compri mango, papaya, malanga, boniato o ananas ti trovi in “area M.N.”. Se invece vai all'ipermercato “Carlos III” a comprare un televisore, un dvd  o una videocamera ti trovi in “area C.U.C.” .

Sfido chiunque a reggere l’impatto psicologico di una simile condizione di sdoppiamento. La città e l’isola intera dovrebbero essere campo aperto di studio per torme di psicologi affamati di nuove frontiere di ricerca. 
Tutto ti porta a pensare che il C.U.C. sia valuta di transito e che un giorno verrà abolita. Incoscientemente sei invogliato a spendere il C.U.C. e non a risparmiarlo.  
E in momenti di generale incertezza economica, ti trovi quasi costretto a cambiare perfino i C.U.C. che hai sotto il materasso.
I C.U.C. vanno spesi per assicurare un flusso costante. E' una guerra dei nervi infinita.


Inoltre, il C.U.C., non essendo moneta di salario statale, non viene associata al lavoro ma alle rimesse dei parenti all’estero, alle poche attività turistiche imprenditoriali private e al mondo dell’illegalità in generale (prostituzione, droga, furti ai danni dello Stato, etc.). Il C.U.C. è spesso accostato a concetti dubbi come l’immoralità o l’assenza di dignità. 

C'è poi la necessità di pensare doppio al momento di comprare, di fare i calcoli e di far quadrare il bilancio familiare. Doppi intralci aritmetici il cui unico vantaggio è forse quello di rendere le menti più agili. C'è chi compie un solo atto eroico e diventa eroe per sempre. I cubani sono eroi della quotidianità.




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