https://i.postimg.cc/4xwVWRZs/161126145740-fidel-castro-and-mandela.jpg Contrattempo all'Avana: LE MERAVIGLIE DEL "PERIODO ESPECIAL" A CUBA

martedì 25 agosto 2020

LE MERAVIGLIE DEL "PERIODO ESPECIAL" A CUBA



No te tomes en serio nada que no te haga reír.
Eduardo Galeano

Nei primi anni ’90 Cuba è sprofondata in una crisi economica fra le peggiori mai viste al mondo. Dopo il crollo del blocco socialista e l’improvviso ritiro dei sussidi sovietici, la situazione è precipitata. 
Il cosidetto Periodo Especial è stato caratterizzato da frequenti interruzioni della corrente elettrica definite apagones
Si racconta che in quel periodo, in un circo di provincia, durante lo spettacolo dei trapezisti, proprio mentre uno di loro stava per riagganciare le mani del collega dopo un’evoluzione, sia andata via la luce.           
Questo è per molti il vero paradigma della crisi degli anni ‘90, un salto mortale nel buio.



Nel giro di pochi mesi la gran parte della popolazione, soprattutto nelle zone urbane, si è trovata senza nulla da mettere sotto i denti. 
A quel punto l'inventiva del cubano ha preso il sopravvento. 
Circolano storie che hanno dell’inverosimile riguardo mille stratagemmi e piccole o grandi truffe messe in atto per tirare avanti. 
In alcuni casi, aldilà di ogni fantasia, posso dire di essere stato testimone diretto.

La quasi totale scomparsa dei gatti dell’Avana, durata più di dieci anni, è sotto gli occhi di tutti e non richiede evidenze di alcun genere. Adesso godono di pieno rispetto grazie alle mutate condizioni economiche, e sono ormai tornati ad affollare le strade cittadine. 
In quel periodo, l'assenza di proteine animali nella dieta del cubano non ha unicamente prodotto la decimazione dei poveri felini. 
Ci sono anche stati casi di cannibalismo inconsapevole.           

Alcuni ingegni locali hanno infatti pensato di stringere accordi con i becchini del Cementerio Colòn dell’Avana (https://contrattempo.blogspot.com/2015/03/il-cimitero-dellavana.html), prelevando fegati freschi da cadaveri appena tumulati. 
Gli organi, dato l'aspetto e consistenza molto simili a quelle dei suini e dei bovini, venivano poi venduti porta a porta e destinati in gran parte ad integrare l’alimentazione dei più piccini bisognosi di ferro. 
Il commercio è stato subito stroncato dall’autorità preposta, e resta qualche traccia della vicenda nelle cronache locali.


Inoltre, tutti sappiamo che nei periodi di grande crisi materiale si tende ad affidarsi al sovrannaturale, sperando che possa risolvere ogni magagna. 
E la Santerìa afrocubana, per i riti propiziatori più complicati ed esigenti, contempla anche l’uso di ossa umane. 
Per i seppellitori, quell’epoca d’oro, in cui i prezzi delle spoglie aumentavano di giorno in giorno, è ormai solo un ricordo.

Si racconta anche che alcuni ambulanti vendessero panini con carne di maiale che in realtà non era altro che pezzi di comuni stracci fritti, abbrustoliti e poi conditi. Pare che almeno al masticamento fossero simili alla carne. Le abbondanti spezie agivano da copertura. 
La vendita è durata qualche giorno, e gli ambulanti prontamente smascherati.
In questo caso, a onor del vero, non esistono prove dirette di alcun genere.

Ho un amico che gestisce una piccola panetteria statale. Michél non lavora per il salario ma perchè la sua posizione gli consente di rivendere sottobanco, a privati e ristoranti della zona, parte della farina assegnata dallo stato alla panetteria. 
E’ però sempre sotto il tiro degli ispettori che controllano che non ci siano ruberie. 
Spesso fingono di controllare, se qualcuno allunga una mancia.          
                                         
In ogni caso, il problema più grosso è il trasporto del maltolto perché la polizia è sempre all’erta.
Un giorno, girando per strada, incontro il mio amico vestito da spazzino con tanto di divisa d’ordinanza, scatolone di plastica con ruote e tutto l’armamentario di scope e ramazze che si usano per pulire gli angoli delle strade. 
Dato che questo tipo di attività viene spesso riservata ai detenuti assegnati ai servizi sociali mi allarmo, pensando che lo avessero arrestato. Lui mi guarda e sorride divertito. Mi chiede di avvicinarmi, apre il coperchio dello scatolone e dentro c’è farina quasi fino al colmo. 


                               
Michél qualche anno dopo è stato licenziato e arrestato perchè aveva passato il limite, e neanche le mance agli ispettori hanno potuto salvarlo.
L’ho rivisto tempo fa e continua i suoi traffici a gettone come manager relazioni esterne per conto di varie panetterie della zona, grazie alla rete di contatti sviluppata negli anni.

La carne di manzo a Cuba, per distinte ragioni, è così pregiata e costosa che chi abbatte una vacca a volte riceve pene maggiori di quelle riservate ai comuni assassini (https://contrattempo.blogspot.com/2017/09/le-vacche-sacre-cubane-e-indiane.html).
Merce che scotta, quasi più della droga.                          
In quale paese e in che situazione la polizia bloccherebbe mai una ambulanza che corre a sirene spiegate?



Nel giro di poco tempo, le ambulanze dell’Avana, per un buon periodo, hanno trasportato più quarti di bue e altri articoli che umani incidentati, infartuati o morenti.          
                                                             
Quando poi il traffico è aumentato a dismisura, qualcuno avrà compreso che i numeri dei movimenti delle ambulanze non erano più sovrapponibili a quelli dei ricoveri o degli interventi negli ospedali. 
Anche in questo caso, qualche traccia è rimasta nelle cronache, sebbene la tendenza sia stata di non fare troppa pubblicità all’accaduto. In parte per la serietà del caso, ma soprattutto per evitare ridicolizzazioni provenienti dall’esterno.

La sanità pubblica cubana funziona, in molti casi, in maniera impeccabile. Non è tutto rose e fiori perchè anche qui esistono ritardi nelle assegnazioni dei turni per gli esami diagnostici o per altri interventi. In ogni caso, nulla di paragonabile a quelli di alcune regioni italiane. 
C'è anche una cronica assenza di medicine causata dall'embargo, che di recente si è inasprito. Ma tant’è.                     
Lo stato cubano è molto premuroso e sensibile nei confronti delle fasce più deboli della popolazione e dei malati. In casi di malattie che richiedono un regime alimentare rinforzato interviene garantendo l’approvvigionamento a prezzi politici. Basta che si accerti la necessità e si ha diritto a una tessera speciale con cui comprare gli alimenti. Succedeva anche che qualcuno trovasse il modo di rivendere i coupon rinunciando al privilegio, magari per comprare qualcos’altro.

A Cuba i bambini sono sacri. Chi li maltratta rischia grosso. E’ una delle tante sante eredità di Fidel che li ha sempre tutelati e protetti. 
Anche le donne incinte hanno diritto a trattamenti speciali. 
L’attesa è una realtà costante nell’isola. Si aspetta per entrare al supermercato, pagare il telefono, fuori dal teatro, in banca o per prendere l’autobus. Più la situazione economica peggiora, più lunghe sono le code. Chi ha la pancia o un neonato in braccio passa dritto e le scavalca sempre, assieme alla persona che l'accompagna. 



Se hai in famiglia un bimbo in arrivo hai quindi una risorsa. A quei tempi c’era perfino chi vendeva il diritto a superare le code, soprattutto se si trattava di accaparrare alimenti che spesso scarseggiavano.


Rubare allo Stato, a Cuba, a seconda dei punti di vista, può essere sacrosanto o assolutamente deplorevole. 
Ancora oggi esistono due diversi standard di giudizio, e questi dipendono dai soggetti fatti bersaglio delle indebite sottrazioni. 
Nel caso di furti ai danni di privati cittadini vige la regola della riprovazione e condanna. Se invece la vittima del ladrocinio è lo Stato, il giudizio è diverso, anche se adesso le cose stanno cambiando. 

Anche da noi in Italia si ruba il bene pubblico perché molti pensano che non appartenga a nessuno. Chi arriva prima ed è più furbo e lesto se ne appropria, e spesso gli altri restano a guardare ammirati (purtroppo o per fortuna, quando ti trovi immerso in un’altra cultura, sei costretto a giudicare la tua).

L'appartamento nel Vedado dove ho vissuto per tre anni confina con una delle fabbriche di sigari più importanti dell’Avana, "la Partagas"



I balconi dell'edificio distano appena un paio di metri dalle finestre della fabbrica. 
L’inquilino del piano inferiore mi ha raccontato di come gli abitanti dell’intero palazzo, negli anni più bui del Periodo Especial, integrassero i propri redditi con i proventi della vendita clandestina di sigari e sigarette rubati dal deposito della fabbrica grazie alla complicità degli operai e dei magazzinieri. 



Da un tetto all’altro dei due edifici, di notte volavano scatoloni giganti pieni di sigarette e sigari. Il mio inquilino, però, sempre alla ricerca di nuove frontiere, con un originale artificio è riuscito ad aumentare il traffico rendendolo più sicuro e fluido. 
D’accordo con gli operai della fabbrica, con cui divideva gli utili, ha installato un tubo di plastica di 50 cm. di diametro che correva tra il balcone e una delle finestre del magazzino che si trovava appena un metro più in alto. 



Grazie alla leggera inclinazione del tubo collettore di ricchezza trasformato in singolare, simmetrica cornucopia, piovevano quintali di sigari, sigarette e analoghi articoli. 
L’amico aveva destinato un’intera stanza a deposito merce perché, nonostante la vendita fosse rapidissima grazie ad una efficiente rete clandestina di distribuzione, il flusso di tabacco era talmente impetuoso che per arginarlo era necessaria una vasca di decantazione. 



Ancora oggi mi dice con orgoglio che a quei tempi riusciva a mantenere in casa ben tre puttane che risiedevano stabilmente da lui, e non passava settimana che non comprasse almeno una cassa di bottiglie di buon rum. Per quei tempi, era in pratica un piccolo pascià, fino al giorno in cui lo hanno arrestato. 

Chi ha mai detto che le pance vuote suonano sempre come tamburi di guerra? 
Spesso la povertà, soprattutto a queste latitudini, da più leggerezza, coraggio e ingegno.




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