https://i.postimg.cc/4xwVWRZs/161126145740-fidel-castro-and-mandela.jpg Contrattempo all'Avana: giugno 2019

martedì 18 giugno 2019

PALERMO FA SCHIFO


Come si può essere siciliani? Con difficoltà.
L. Sciascia 


"Cosa pensa della società italiana?” “Il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d’Europa”. 
O. Welles

"Si può benissimo avere una mentalità mafiosa senza essere un criminale"
G. Falcone

Palermo fa schifo, e i palermitani fanno ancora più schifo. Senza ipocrisie. Sciascia, molto elegantemente, diceva che è una città irredimibile. E Orson Welles non conosceva la borghesia siciliana... 
Palermo capitale della terra del (vo)Mito. Un luogo in cui si vive per anni nello stesso condominio e appena ci si saluta non è una città ma una caverna. E’ un posto in cui se stai guidando e fai con cortesia notare a un altro automobilista che hai la precedenza, la risposta è: “Ma che minchia vuoi?”

Se mai esistesse la figura del Palermitano medio, i suoi pregi e virtù sarebbero prepotenza, tracotanza e spesso aggressività. Chi ha animo pacifico e conciliante e tende a rispettare le regole è un "fissa".

Palermo non è una comunità di uomini ma di bestie. La bestialità è uno dei tratti distintivi della cultura mafiosa e noi la portiamo dentro in buone quantità, la bestialità. 

A Palermo non esiste una singola famiglia allargata che non abbia almeno un legame, seppur lontano, con dei mafiosi. 
Basta raccontare favole. Chi vive a Palermo lo sa. La mafia è anzitutto sopraffazione, reazione e violenza, e i palermitani tutto questo l’hanno nel sangue.  

Non esiste una parvenza di borghesia illuminata perché c’è solo quella mafiosa che fa affari da sempre col potere politico, che qui è solo mafioso. 
In ogni zona della terra, se speri di innescare un cambiamento, la classe borghese è il detonatore. Chi produce, chi si informa e prova a responsabilizzare il resto della popolazione. Qui la borghesia è mafiosa fino al midollo. Non è interessata a nessun cambio perché svanirebbero i privilegi. 

Quasi non esiste imprenditoria, quella vera che produce beni e reclama utile rappresentanza politica. Gran parte delle aziende che stanno sul mercato appartengono alle cosche o devono sottostare alle loro regole. Esistono eccezioni, ma sono ridottissime minoranze. Da sempre si vive di improduttivi trasferimenti di soldi pubblici ai privati da parte della Regione Sicilia. 
Cosa ti puoi aspettare da un simile ceto imprenditoriale? 

Basta poi vedere chi rappresenta i siciliani all’assemblea regionale. Dei 70 parlamentari regionali, almeno la metà sono mafiosi essi stessi, o diretti referenti delle cosche. Forse si tratta di molto più della metà. Chi parla di moralizzazione della politica siciliana fa solo ridere i polli quando tutti sanno della qualità del consenso elettorale che viene scambiato, comprato, estorto, imposto o, nella migliore delle ipotesi, è il risultato di orribili clientele. Basta ipocrisie. Se mandiamo questa gente a rappresentarci vuol dire che siamo un popolo di mafiosi. Perchè fare finta di niente? 

Esiste una tale confusione fra mafia e antimafia che capita di vedere il fratello di Borsellino che abbraccia commosso Massimo Ciancimino in occasione delle celebrazioni per la morte del fratello Paolo.
Negli anni abbiamo imparato a conoscere soggetti del calibro di Montante, Lumia, Saguto, Helg o Lobello. In Sicilia perfino i comunisti sono spesso mafiosi, per non parlare dei preti... 

Il sindaco Orlando, paladino dell’antimafia, è figlio di uno dei consigliori delle cosche più in vista del foro di Palermo nel primo dopoguerra che diventa am-professore perchè nominato d’imperio dagli americani grazie ai propri addentellati. 
Il sindaco iperbolico parla ancora di Palermo città europea, ma questa dovrebbe prima diventare una semplice città e non un covo di mafiosi e massoni che ne hanno strozzato ogni sussulto vitale.
Palermo città più bella del mondo, fonte di ispirazione inestinguibile, di spunti letterari e teatrali. Anzi, teatro dell'assurdo vivente in permanente rappresentazione. Palestra ideale per l'esercizio del sopruso, della sopraffazione e della violenza. Città tomba di ogni giustizia. 
Se non si fugge, si rischia di morire ciechi perchè non c'è più nulla di cui stupirsi in un simile luogo.

Il padre del Presidente della Repubblica, il vecchio Bernardo, venne accusato da Danilo Dolci di essere colluso con la mafia. Dolci fu trascinato in tribunale e condannato a 2 anni di carcere che per fortuna non sconterà mai. 
A Castellammare del Golfo anche i bambini conoscono la famiglia della moglie di Don Bernardo, i Buccellato-Rimi. Come racconta Casarrubea in uno dei suoi libri, per anni Andreotti e Mattarella padre hanno coperto la latitanza di Vincenzo Rimi che pare sia ancora vivo in Spagna.
Alcuni dicono che Bernardo sia il vero mandante della strage di Portella delle Ginestre. 

Anche Falcone veniva dalla Kalsa, uno dei quartieri a più alta densità mafiosa della città. E lui stesso ammetteva che se non fosse nato lì non avrebbe mai potuto capire niente dei meccanismi della mafiosità. 
La procura di Palermo è in parte collusa con la borghesia mafiosa locale o preferisce farsi gli affari propri. Tranne pochi eroi isolati o puntualmente ammazzati. 
Sciascia, sempre lui, diceva che in Sicilia lo stato per sconfiggere la mafia dovrebbe suicidarsi. 
Lasciamo poi da canto il mondo accademico e la sanità. Si potrebbe andare avanti per giorni interi.
 
C'è poi l'attitudine corrente del palermitano medio, sempre pronto a trasformarsi in animale feroce e a scatenare una guerra se solo un centimetro del proprio territorio viene messo in discussione. E d'altro canto agire come fosse una scimmia ubriaca se un bene pubblico viene sprecato, mal amministrato o rubato. Nell'ultimo caso, anzi, prevale una sorta di ammirazione per chi se ne appropria. 
Anche questo, in parte, spiega perchè l'isola in massa ha votato Berlusconi, effigie vivente dell'imbroglione che ce l'ha fatta in barba ad ogni regola e limite.
A Palermo, ciò che altrove causa indignazione civile, al più provoca invidia.

Ultima nota: la città ha il primato nazionale della raccolta differenziata dei rifiuti, solo il 15% (il dato peggiora ogni anno!), e nei quartieri più ricchi ed "evoluti" la percentuale non migliora.

Ma che cosa vi aspettate da una città come questa? Nessuno mai dice la verità ad alta voce perché altrimenti si è ostracizzati a vita. Espulsi da questo corpaccione puzzolente come un’escrescenza. 
Bisogna far finta di niente e dare tacito assenso ai falsi propositi di riscatto civile di quattro ipocriti da strapazzo che sanno più di ogni altro che la loro è solo una recita, tanto non cambia nulla e niente è mai migliorato negli ultimi 70 anni. 
Perché a Palermo siamo tutti indistintamente responsabili dello schifo in cui ci troviamo, nessuno escluso.