Noi occidentali di pelle bianca siamo afflitti da uno strano complesso d’inferiorità nei confronti dei cubani di pelle nera che, secondo tutte le leggende tramandate fino ai giorni nostri, sembrano possedere “pingas” (minchie in slang cubano) molto più lunghe e dure delle nostre. Incidentalmente, in Brasile, la cachaça, il famoso liquore impiegato per fare cocktails, viene chiamato pinga...
e non ci fu mai caso di “false friends” linguistico più imbarazzante – basta pensare alle possibili varianti degli slogan dei cartelloni pubblicitari.
Sappiamo del “machismo” presente in America Latina e delle acutizzazioni che il fenomeno presenta a Cuba.
In un discorso ufficiale, parlando dell’identità del popolo cubano, Fidel Castro ha detto: “Noi non siamo Latini, siamo più che Latini, siamo Afro-Latini Americani”.
In un discorso ufficiale, parlando dell’identità del popolo cubano, Fidel Castro ha detto: “Noi non siamo Latini, siamo più che Latini, siamo Afro-Latini Americani”.
Magari sarà stato un impacciato tentativo di blandire la componente della popolazione con ascendenza afro-cubana facendola artificialmente assurgere a etnia guida del paese.
Pare più probabile che Fidel cosciente del fatto, per fortuna nostra non ancora scientificamente accertato, che i neri ce l’hanno più lunga e più dura, abbia voluto significare con l’uso del prefisso Afro che, per proprietà transitiva e accomunante, anche tutta la popolazione meticcia e bianca potesse acquisire le virtù sessuali tipiche dei neri.
Le leggende però hanno sempre un riscontro nella realtà, altrimenti non sarebbero leggende.
Pare più probabile che Fidel cosciente del fatto, per fortuna nostra non ancora scientificamente accertato, che i neri ce l’hanno più lunga e più dura, abbia voluto significare con l’uso del prefisso Afro che, per proprietà transitiva e accomunante, anche tutta la popolazione meticcia e bianca potesse acquisire le virtù sessuali tipiche dei neri.
Negli anni ’50 all’Avana esisteva, fra i tantissimi, un piccolo cabaret dove si svolgevano quelli che oggi si chiamerebbero peep shows, spogliarelli e altro. Nel locale in questione, all’epoca molto in voga, si esibiva un nero che sembra avesse la pinga (o terza gamba per i prosaici) più grande che abbia mai calcato un palcoscenico.
L’uomo, nel corso dello spettacolo, dopo una articolata serie di pantomime, ostentava un’erezione con successiva eiaculazione che gli impresari riuscivano a procurare mostrandogli, senza che il pubblico potesse vederli, nascosti fra le quinte, due bianchi che copulavano furiosamente.
Bisogna ricordare che per un nero, in quegli anni, vedere una donna bianca nuda era un impossibile privilegio - anche oggi i neri con un alto status sociale tendono ad accoppiarsi con donne bianche che vengono quasi paragonate ad un trofeo.
Sulla scena, l'uomo era di fronte al pubblico che non vedeva la coppia di bianchi, si rivolgeva alla platea e nel frattempo guardava la coppia per eccitarsi.
Viene subito in mente il grande Diego Velasquez e il famoso dipinto “las Meninas”. Lo stesso gioco di rimbalzi visivi, in questo caso in chiave hard-core.
Si racconta che il nero, subito ribattezzato “Superpinga”, non potesse avere rapporti con la moglie né prima né dopo lo spettacolo, altrimenti il getto del suo sperma non avrebbe raggiunto le abituali distanze siderali (quindi, condanna perpetua all’orgasmo senza coito perché lo show andava in scena ogni giorno).
L’eiaculazione, assolutamente spontanea, ottenuta senza manipolazioni di sorta, costituiva molto conseguentemente l’acme dell'intera rappresentazione. Sembra inoltre che gli spettatori delle prime file che al botteghino pagavano prezzi esorbitanti, venissero irrorati regolarmente di liquido seminale.
La travolgente carriera di questo John Holmes ante litteram (anche noi bianchi, Deo gratias, possiamo vantare, persino con dovizia di documenti filmati, insigni esempi di superdotati) si esaurì tristemente quando il poderoso getto, con il passare degli anni, si trasformò in un insignificante e ridicolo schizzetto.
Secondo Pedro Juan Gutierrez, che ne ha scritto in uno dei suoi romanzi, almeno fino a poco tempo fa, il Nostro, ormai avanti negli anni, mestamente languiva su di una sedia a rotelle.
Non è un mistero inoltre che Hemingway, Ava Gardner, Errol Flynn, Brando e molte altre star di Hollywood, quando si trovavano all'Avana, fossero spesso presenti allo spettacolo, e che perfino Francis Ford Coppola, nella seconda parte del Padrino, abbia trattato l'argomento.(https://www.youtube.com/watch?v=SwFC9QKCzgw)
L’uomo, nel corso dello spettacolo, dopo una articolata serie di pantomime, ostentava un’erezione con successiva eiaculazione che gli impresari riuscivano a procurare mostrandogli, senza che il pubblico potesse vederli, nascosti fra le quinte, due bianchi che copulavano furiosamente.
Bisogna ricordare che per un nero, in quegli anni, vedere una donna bianca nuda era un impossibile privilegio - anche oggi i neri con un alto status sociale tendono ad accoppiarsi con donne bianche che vengono quasi paragonate ad un trofeo.
Sulla scena, l'uomo era di fronte al pubblico che non vedeva la coppia di bianchi, si rivolgeva alla platea e nel frattempo guardava la coppia per eccitarsi.
Viene subito in mente il grande Diego Velasquez e il famoso dipinto “las Meninas”. Lo stesso gioco di rimbalzi visivi, in questo caso in chiave hard-core.
Si racconta che il nero, subito ribattezzato “Superpinga”, non potesse avere rapporti con la moglie né prima né dopo lo spettacolo, altrimenti il getto del suo sperma non avrebbe raggiunto le abituali distanze siderali (quindi, condanna perpetua all’orgasmo senza coito perché lo show andava in scena ogni giorno).
L’eiaculazione, assolutamente spontanea, ottenuta senza manipolazioni di sorta, costituiva molto conseguentemente l’acme dell'intera rappresentazione. Sembra inoltre che gli spettatori delle prime file che al botteghino pagavano prezzi esorbitanti, venissero irrorati regolarmente di liquido seminale.
La travolgente carriera di questo John Holmes ante litteram (anche noi bianchi, Deo gratias, possiamo vantare, persino con dovizia di documenti filmati, insigni esempi di superdotati) si esaurì tristemente quando il poderoso getto, con il passare degli anni, si trasformò in un insignificante e ridicolo schizzetto.
Secondo Pedro Juan Gutierrez, che ne ha scritto in uno dei suoi romanzi, almeno fino a poco tempo fa, il Nostro, ormai avanti negli anni, mestamente languiva su di una sedia a rotelle.
Non è un mistero inoltre che Hemingway, Ava Gardner, Errol Flynn, Brando e molte altre star di Hollywood, quando si trovavano all'Avana, fossero spesso presenti allo spettacolo, e che perfino Francis Ford Coppola, nella seconda parte del Padrino, abbia trattato l'argomento.(https://www.youtube.com/watch?v=SwFC9QKCzgw)
S’invoca a questo punto, per ridare a noi bianchi un minimo di dignità, l’intervento della Scienza della Statistica, branca perfetta ed incontestabile, affinché questa ci aiuti a ritrovare la verità.
I miti vanno sfatati, e solo la scienza che tutti i sogni vacui distrugge, con la sua precisione può risolvere il nostro problema - i più radicali direbbero che la scienza i sogni li distrugge tutti e spesso addirittura c’impone di non sognare.
I miti vanno sfatati, e solo la scienza che tutti i sogni vacui distrugge, con la sua precisione può risolvere il nostro problema - i più radicali direbbero che la scienza i sogni li distrugge tutti e spesso addirittura c’impone di non sognare.
E’ necessario quindi accertare con seri studi prospettici, randomizzati, a doppio cieco e con coorti di volontari milionarie, chi ha la minchia (o pinga, secondo le latitudini) più lunga: bianchi o neri?
Ne va dell’orgoglio di un’intera razza!